La zona apparteneva all'Abbazia di San Paolo annessa al casale di Fiorano e, alla fine del XIII secolo, era denominata "Castrum Leonis". Dopo il XV secolo perde il suo significato e diventa "Casalis Castel de Leo".
Il castello era composto di una rocca merlata che racchiudeva una torre merlata anch'essa. Attorno ad essa, si raggruppavano le unità abitative, a loro volta difese da un muro fornito di varie torrette a guardia del complesso. Nella seconda metà del XVI secolo apparteneva alla famiglia Capizucchi[7]. Nel XVIII secolo fu costruita una chiesetta accanto alla roccaforte.
Gaetano Moroni dà della tenuta di Castel di Leva e del santuario la seguente descrizione:
«Appartiene a questo monistero [di Santa Caterina della Rota] il tenimento nell'agro romano chiamato Castel di Leva, più volgarmente conosciuto col nome di Madonna del Divino Amore per la chiesa ivi dedicata alla Vergine sotto questo titolo. E siccome il lunedì dopo la Pentecoste ad essa concorre in gran folla il popolo di Roma, quello di Albano e di altri luoghi, così per la tanta celebrità popolare della chiesa non riuscirà discaro un cenno storico sul tenimento e sulla miracolosa immagine che ivi si venera. [...] Il Castel di Leva diviso dal monte di Leva appartenente alla nobile famiglia Gavotti contiene circa rubbia 149 e si trova sette miglia fuori di porta s Sebastiano strada a destra della via Appia che pur chiamasi del Divino Amore. Il castello che dà nome al fondo sorge su di un colle isolato avente il recinto coronato da torri quadrilatere pienamente in rovina. La costruzione si attribuisce agli Orsini forse nel declinare del secolo XIII ma i fabbricati dell'interno sembrano opera del secolo XV. Il nome di Leva deriva da Olibanum nome comune a molti fondi ne bassi tempi, e voce barbara significante incenso, e data probabilmente a quei fondi assegnati alle chiese per le spese dell'incenso. Fu detto ancora quel tenimento Castel di Levano da mons. Olibani. Entrando nel cortile che precede la chiesa si vede incastrata nel muro una lapide dalla quale e da alcuni frammenti di antichità si rileva che ne' dintorni abbia forse esistito una villa antica della gente Paccia. »
(Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da San Pietro ai nostri giorni, Venezia 1842, vol. XVII, p. 18)
Secondo un'antica leggenda un viandante, per non essere sbranato da alcuni cani randagi, pregò ad un'immagine affrescata sulla rocca, detta del Divino Amore. Da allora si iniziò a venerare tale dipinto che fu staccato dalla rocca e posto all'interno del santuario della Madonna del Divino Amore.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture civili
Torre del Castrum Leonis, su via del Santuario. Torre medioevale. 41.778289°N 12.543546°E41°46′41.84″N, 12°32′36.77″E
Tor del Vescovo, su via Ardeatina. Torre medioevale. 41.70918°N 12.578624°E41°42′33.05″N, 12°34′43.05″E
Torre Medaglia, su via di Porta Medaglia. Torre medioevale.[8]41.757166°N 12.549785°E41°45′25.8″N, 12°32′59.23″E
Tor di Sasso, su via di Fioranello. Torre medioevale. 41.784133°N 12.562283°E41°47′02.88″N, 12°33′44.22″E
Tor Tignosa, su via della Solfarata. Torre medioevale. 41.706593°N 12.54063°E41°42′23.73″N, 12°32′26.27″E
Casale di Santa Maria in Formarola, su via di Santa Maria in Fornarola. Casale medioevale. 41.727152°N 12.589578°E41°43′37.75″N, 12°35′22.48″E
Torre Sant'Anastasia, su vicolo di Torre Sant'Anastasia. Torre medioevale. 41.77283°N 12.524108°E41°46′22.19″N, 12°31′26.79″E
Castelluccia di San Paolo, su vicolo della Castelluccia di San Paolo. Fortificazione del XIV secolo. 41.771451°N 12.518748°E41°46′17.22″N, 12°31′07.49″E
Parrocchia eretta il 28 maggio 2000 dal cardinale vicarioCamillo Ruini; la chiesa è stata inaugurata, con la cerimonia liturgica della dedicazione, sabato 18 settembre 2011.[9]
L'insediamento fu inizialmente identificato da Antonio Nibby come la città latina di Tellenae ma, successivamente, l'archeologo britannico Thomas Ashby accertò che si tratta di un castrum romano, abbandonato nella seconda metà del III secolo a.C.[11]
Sepolcro a Tempietto presso la Villa romana a Santa Maria di Formarola, su via di Santa Maria in Fornarola. Sepolcro dell'età imperiale. 41.727185°N 12.59013°E41°43′37.87″N, 12°35′24.47″E
Sepolcro a Cilindro, su via Appia Antica (VII miglio). Sepolcro dell'età imperiale. 41.803041°N 12.575178°E41°48′10.95″N, 12°34′30.64″E
Mausoleo rotondo, su via Appia Antica (VII miglio). Sepolcro dell'età imperiale. 41.801436°N 12.577197°E41°48′05.17″N, 12°34′37.91″E
Oltre alla dorsale omonima e al largo dedicato al fondatore della borgata Giuseppe Montanari, troviamo vie intitolate a matematici e fisici; naturalisti, geologi, paleontologi, zoologi; agronomi ed enologi; comuni della Campania; antiche città del Lazio; generi e specie botaniche e zoologiche; personaggi illustri; toponimi locali.
Note
^Separato dal GRA, nel tratto da via Laurentina a via della Cecchignola.
^Separata dal GRA, nel tratto da via della Cecchignola a via Ardeatina.
^Separata dal GRA, nel tratto da via Ardeatina a via Appia Antica.
^Separata da via Appia Nuova, nel tratto dal GRA al confine con il comune di Marino.
^Separata da via Laurentina, nel tratto dal confine con il comune di Pomezia a via di Trigoria.
^Separata da via Laurentina, nel tratto da via di Trigoria al GRA.
^J. Coste, I casali della campagna di Roma nella seconda metà del Cinquecento, in Archivio Società Romana di Storia Patria, a.1971
^Torre di Porta Medaglia, su Tesori del Lazio. URL consultato il 22 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 23 gennaio 2018).
^Tor Chiesaccia, su Tesori del Lazio. URL consultato il 22 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 23 gennaio 2018).
^Tor Chiesaccio, su Tesori del Lazio. URL consultato il 22 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 23 gennaio 2018).
Bibliografia
Susanna Le Pera Buranelli e Rita Turchetti (a cura di), Sulla Via Appia da Roma a Brindisi - Le fotografia di Thomas Ashby 1891 - 1925, Roma, L'Erma di Bretschneider, 2003, ISBN978-88-8265-214-2.
M. Moltesen, La Giostra, su Enciclopedia dell'Arte Antica (1995) - Treccani.it.