Rita Da ReRita Da Re (Ferrara, 28 marzo 1947 – Ferrara, 2 maggio 2008) è stata una scultrice e pittrice italiana. BiografiaFrequentò l'istituto d'arte Dosso Dossi di Ferrara sotto la guida di Laerte Milani e Nemesio Orsatti, perfezionandosi poi presso l'Accademia di belle arti di Bologna con Umberto Mastroianni. A soli 18 anni vinse il 1° Premio di scultura Città di Ferrara,[1] presentando un bozzetto ad un concorso bandito per un monumento al 25 aprile.[2] partecipando poi al Concorso Internazionale del bronzetto di Padova e alla Biennale del bronzetto dantesco di Ravenna. Nel 1966, con Gabriele Turola e altri studenti della scuola "Dosso Dossi", realizzò le formelle in cotto per Via Crucis nella chiesa parrocchiale di Sant'Antonio a Montalbano, frazione di Ferrara. Al periodo giovanile risale anche la terracotta raffigurante una Madonna col Bambino collocata in una edicola di Via Porta San Pietro a Ferrara. Nel 1972 e '74 fu presente alla mostra internazionale di scultura all'aperto Fondazione Pagani mentre quattro anni dopo tenne una personale di scultura e grafica al centro attività visive di Palazzo dei Diamanti. Nel 1979 realizzò la scultura per il 50° Premio Letterario Viareggio,[3] iniziando nel contempo un'intensa attività didattica che la portò negli anni quale preside in diversi licei artistici d'Italia: Verona, Bologna, Padova, Ravenna e Venezia, pensionandosi con la direzione della scuola media di Sant'Agostino.[4] Nel 1986 vinse il Premio Niccolini bandito dalla Cassa di Risparmio di Ferrara e successivamente tenne diverse mostre personali tra cui Venezia (1988, Galleria Il Traghetto) e la partecipazione all'esposizione internazionale Saletta Ancora a Lido Adriano (1990).[3] Nel 1991, in coppia con Gabriele Turola, suo ex compagno di studi del Dosso Dossi, allestì una mostra intitolata I sogni nel cassetto nella cinquecentesca casa dell'Ariosto. Successive personali furono presentate al centro civico di Pontelagoscuro, nel chiostro della basilica di San Giorgio a Ferrara e al municipio di Mirabello. Se nella sua prima mostra personale Rita Da Re dimostrava interesse per le forme "primarie" simili a uova ed embrioni, nella linea di Alberto Viani, in seguito approdò ad una sorta di surrealismo scenografico e polimaterico, pervaso di sensualità femminile, con particolare attenzione per la resa di parti del corpo umano.[4] La Da Re alternava la scultura alla pittura, come dimostrano alcune sue opere collocate permanentemente in spazi pubblici: nel parco di scultura viva di Palazzo Massari a Ferrara è un petroso Amplesso (donato nel 1978 al Comune dopo esser stato esposto alla sua personale a Palazzo dei Diamanti);[5] nel centro civico di Pontelagoscuro è il quadro a olio Il mito di Fetonte,[6] come pure dipinta a olio è una stazione della Via Crucis posta nella cappella della Casa Circondariale di Ferrara (le altre stazioni sono state eseguite da Antonio Placido Torresi, Gianni Cestari e altri loro sodali). Del 2007 è l'ultima sua mostra Organi dei sensi, allestita presso il chiostro della Chiesa di San Paolo di Ferrara. Affetta da problemi cardiaci dall'età di 36 anni, venne trovata deceduta a soli sessantun anni dal fratello Antonio nella sua abitazione nel centro di Ferrara, a seguito di un fatale infarto avvenuto qualche ora prima.[4] A un mese dalla morte venne inaugurato il suo monumento a Niccolò Copernico, intitolato Uomo tecnologico, nel cortile dell'istituto tecnico di Pontegradella.[7] Nella primavera 2010 il comune di Ferrara le tributò un omaggio allestendo una retrospettiva nella Casa di Ludovico Ariosto.[8] La sua scultura in marmo nero Apparenza del 1977 è conservata nella collezione d'arte dell'ex CARIFE.[9] Note
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