Piero PieroniPiero Pieroni (Firenze, 8 luglio 1929 – Supersano, 3 dicembre 2006) è stato uno scrittore, storico e traduttore italiano. BiografiaPiero Pieroni è nato a Firenze l'8 luglio 1929; ha studiato lettere all'Università di Firenze. Ha pubblicato molti racconti sulla frontiera americana[1] e si è sposato con la fotografa e scrittrice Maria Grazia Margheri. È stato uno scrittore per ragazzi e per adulti pubblicando anche numerosi racconti venatori e sulla vita in campagna. L’inglese lo imparò a scuola ma fu aiutato dal padre e dagli zii, innamorati della civiltà anglosassone, che gli davano da leggere romanzi avventurosi in inglese per prendere la pratica con la lingua dal vivo e in modo divertente. Iniziò a scrivere racconti per i ragazzi, era l'unico lavoro che gli piaceva fare, anche perché l'editore Enrico Vallecchi, suo amico, credeva, come Pieroni, a certi principi: che i ragazzi amavano l'avventura come quelli delle generazioni precedenti, anche se il cinema, i fumetti e la televisione li presentavano in modo diverso e che non esistevano avventure inventate avvincenti quanto quelle reali, quelle che appartenevano alla storia degli individui e dei popoli. Così inizio a raccontare la storia dei pellirosse cercando di farlo nel modo più piacevole e meno scolastico possibile, tenendo presente che la storia è fatta si di battaglie, ma anche di costumi, di leggende e di canzoni, che era fatta di uomini e di umani. Tra il 1958 e il 1962 furono pubblicati numerosi suoi racconti sulla rivista per ragazzi Pioniere[2] e dal 1963 al 1965 sulla rivista per ragazzi Il Pioniere dell'Unità.[3] Ha partecipato nel 1972 insieme a Gianni Rodari a trasmissioni per ragazzi sul canale RAI 1, chiamate antologie del sapere.[4] Fu invitato in America (Canada) per una campagna pubblicitaria e dal viaggio ricavò una conoscenza degli indiani liberi del Nord, quelli di Bill Gulick, Warner Bellah, Jack London, uguali ai loro padri con tutta la loro fierezza antica e immuni dal declino tristissimo dei loro fratelli delle riserve e dalla curiosità dei turisti. Al rientro in Italia si rese conto che la letteratura sui nativi americani nel suo paese era molto scarsa e cercò, sostenuto da Enrico Vallecchi, di colmare questa lacuna. Nell'andar avanti con gli anni iniziò a scrivere anche per gli adulti con lo stesso spirito del ragazzo che sognava gli indiani e spiava col cuore le praterie dove era cresciuto nelle valli del Cortonese e negli altipiani del Casentino. Morì a 77 anni nel 2006 a Supersano.[5] Opere
Note
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