Phil Anderson
Philip Grant Anderson, detto Phil (Londra, 12 marzo 1958), è un ex ciclista su strada e dirigente sportivo australiano. Professionista dal 1980 al 1994, ottenne due successi di tappa sia al Tour de France, corsa nella quale si aggiudicò la classifica giovani nel 1982 e in cui indossò per undici volte la maglia gialla, sia al Giro d'Italia, dove conquistò anche la classifica intergiro nel 1990. In carriera ottenne anche numerose vittorie sia in brevi corse a tappe (Tour de Suisse 1985, Critérium du Dauphiné Libéré 1985, Tour de Romandie 1989), che in classiche e semiclassiche (Amstel Gold Race 1983, Meisterschaft von Zürich 1984, E3 Prijs Harelbeke 1985, Parigi-Tours 1986, Milano-Torino 1987). CarrieraGli esordi e l'arrivo in EuropaNato a Londra, si trasferì a Melbourne, Australia, ancora giovane. Crebbe nei sobborghi di Kew ed iniziò a correre nello Hawthorn Citizens' Youth Club, insieme ad Allan Peiper, altro futuro professionista[1]. Tra i dilettanti vinse il Dulux Tour of the North Island in Nuova Zelanda nel 1977 e il campionato nazionale della cronometro a squadre a Brisbane nel 1978 in quartetto con Remo Sansonetti, Salvatore Sansonetti e Alan Goodrope[2]. Sempre nel 1978 vinse la prova individuale ai Giochi del Commonwealth a Edmonton, in Canada[1]. Nel 1979 si trasferì in Francia per gareggiare nell'ACBB[1], club dilettantistico del sobborgo parigino di Boulogne-Billancourt, sorta di vivaio della formazione professionistica Peugeot. Con l'ACBB Anderson vinse il Tour de l'Essonne, il Tour de l'Hérault e soprattutto il Grand Prix des Nations dilettanti a Cannes, sorta di campionato del mondo a cronometro non ufficiale.[1] 1980-1985: l'affermazione e i successi al Tour de FranceAnderson passò professionista nel 1980 proprio con la maglia bianco-nera della Peugeot. Nella prima stagione da pro vinse due gare, il Grand Prix Wetteren in Belgio e una tappa all'Étoile des Espoirs (ex aequo con Frédéric Vichot[2]), arrivando secondo nella classifica finale della corsa. Nel 1981 fece suoi il Tour de l'Aude e una tappa alla Parigi-Nizza, concluse inoltre decimo al Tour de France, dopo aver vestito anche per un giorno la maglia gialla di leader, primo non europeo a guidare la classifica generale della Grande Boucle. Nel 1982 vinse la terza tappa del Tour de France, a Nancy, vestì nuovamente di giallo, questa volta per nove giorni consecutivi (dieci frazioni), e chiuse infine al quinto posto della classifica generale, vincendo anche la classifica giovani della corsa (primo non europeo a riuscirvi). Nel 1983, ormai affermatosi in Europa, vinse la prestigiosa Amstel Gold Race, una tappa al Tour de Romandie (piazzandosi secondo nella generale), il Tour de l'Aude e il prologo e la classifica generale del Critérium du Dauphiné Libéré. Durante l'anno si piazzò anche quarto alla Liegi-Bastogne-Liegi e nono al Tour de France e ai campionati del mondo di Altenrhein. Nel 1984, trasferitosi alla neonata formazione olandese Panasonic, vinse la Setmana Catalana, il Gran Premio di Francoforte e il Campionato di Zurigo, oltre a una tappa al Critérium du Dauphiné Libéré. Grazie ai numerosi risultati conseguiti durante tutta la stagione – fu anche secondo alla Liegi-Bastogne-Liegi, quinto alla Parigi-Nizza, al Tour de Suisse e alla Parigi-Tours, e decimo al Tour de France – a fine anno concluse terzo nella classifica del Super Prestige Pernod, competizione multiprova a punti. La sua miglior stagione fu quella del 1985, quando colse quattordici successi, vincendo tra gli altri il Tour Méditerranéen, l'E3 Prijs Harelbeke, il Gran Premio di Francoforte, il Critérium du Dauphiné Libéré e il Tour de Suisse. Durante l'anno fu anche secondo al Giro delle Fiandre e alla Gand-Wevelgem, quarto alla Parigi-Nizza e, come nel 1982, quinto al Tour de France: anche grazie a questi piazzamenti, a fine stagione sarà secondo nella classifica del Super Prestige Pernod, alle spalle del solo Sean Kelly. 1986-1994: gli ultimi anni e il ritiroNel 1986 vinse il Grand Prix d'Automne (già Parigi-Tours) e si classificò terzo al Giro di Lombardia. Nel 1987, anno in cui fu settimo al Giro d'Italia e vincitore della Milano-Torino, gli venne assegnata la Medaglia dell'Ordine dell'Australia per i risultati sportivi ottenuti.[3] Nel 1988 passò a vestire la maglia di un'altra formazione olandese, la TVM-Van Schilt: in stagione si piazzò secondo al Giro delle Fiandre (battuto da Eddy Planckaert in uno sprint a due) e vinse una tappa alla Tirreno-Adriatico e il Giro di Danimarca. L'anno dopo conquistò quindi una tappa e la classifica finale del Tour de Romandie e una frazione del Giro d'Italia, a Meda. Si ripeté anche nell'edizione 1990 della "Corsa rosa", conquistando la tappa con arrivo a Sora, oltre alla Classifica intergiro della gara. Nel 1991 passò alla statunitense Motorola, ritornando ad alti livelli: vinse infatti il Tour Méditerranéen, la Settimana Ciclistica Internazionale in Sicilia, una tappa al Tour de Suisse e una al Tour de France, nonché il Kellogg's Tour nel Regno Unito.[1] Nel 1992 vinse tre tappe del Tour DuPont negli Stati Uniti e il Grand Prix d'Isbergues, mentre nel 1993 fece nuovamente suo il Kellogg's Tour. Si ritirò dall'attività a fine 1994, dopo il successo nella cronometro a squadre ai Giochi del Commonwealth a Victoria. Dopo l'addio alle corse si è dedicato alla gestione di una fattoria a Jamieson, in Australia. Nel 2000 ha ricevuto la Medaglia dello sport australiano[4] e nel 2001 la Medaglia del centenario dal Governo australiano per i servizi resi alla società attraverso l'attività ciclistica.[5] PalmarèsStrada
Altri successi
PiazzamentiGrandi GiriClassiche monumentoCompetizioni mondiali
OnorificenzeNote
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