In agricoltura, l'innesto orticolo è uno dei più importanti metodi che hanno la finalità di far superare alla pianta particolari tipi di stress, quali ad esempio quelli ambientali (alte e basse temperature)[1], stress dovuti ad eccessiva salinità dell'acqua di irrigazione[2], stress dovuti a malattie provocate da patogeni tellurici[3][4], oltre a queste ci sono altre condizioni favorevoli[5] ad es. l'aumento della produzione e la resistenza nel tempo della pianta stessa[6][7][8].
Le piante orticole innestate sono principalmente il pomodoro, la melanzana, il peperone, l’anguria, il melone, il cetriolo e lo zucchino[9][10]
La tecnica dell'innesto consiste nel collegare assieme una pianta che ha un buon apparato radicale, il portinnesto, ed un'altra che produrrà dei frutti, la marza[6].
L’innesto orticolo per agricoltura professionale è realizzato da vivai specificatamente attrezzati e organizzati e comprende una serie di attività, il ciclo può durare mediamente 2-3 mesi.
• Semina:
semina delle piante portinnesto e delle marze in contenitori alveolati secondo i tempi programmati per avere le piante pronte ad essere innestate nel giorno programmato. Va ricordato che in alcuni casi le due piante appartengono a specie diverse, ad esempio le angurie sono innestate su vari tipi di zucche.
• Coltivazione:
Coltivazione delle marze e dei portinnesti utilizzando tecniche agronomiche che rendano compatibili i diametri degli steli.
• Recisione e post recisione:
Recisione dal contenitore e taglio delle due piante, assemblaggio con inserimento della molletta tutore. La tecnica di innesto più comune, utilizzata dai vivai professionali, è detta “per approssimazione” e prevede un semplice taglio obliquo delle due piante, marza e portinnesto, e l’assemblaggio tramite l’inserimento di una molletta in materiale plastico. Sia il taglio che l’inserimento della molletta possono essere realizzati da macchine innestatrici (robot), prodotti da aziende specializzate[11][12][13]. In media si producono a mano circa 100 piante ora, a macchina da 200 in su.
• Attecchimento:
Attecchimento in strutture specializzate. Trattandosi di piante erbacee, quindi molto acquose rispetto alle arboree, la fase di attecchimento deve avvenire in strutture estremamente specializzate, che mantengano temperature e umidità controllate e costanti, per consentire la cicatrizzazione e il collegamento dei vasi conduttori.
• Coltivazione
Successivo spostamento delle piante innestate e attecchite in strutture di coltivazione in vivaio, fino al raggiungimento dello stadio di crescita adeguato al trapianto nelle aziende di produzione
Note
- ^ Jan Henk Venema, Boukelien E. Dijk e Jozé M. Bax, Grafting tomato (Solanum lycopersicum) onto the rootstock of a high-altitude accession of Solanum habrochaites improves suboptimal-temperature tolerance, in Environmental and Experimental Botany, vol. 63, n. 1-3, 2008-05, pp. 359–367, DOI:10.1016/j.envexpbot.2007.12.015. URL consultato il 13 dicembre 2024.
- ^ M.M. Martinez-Rodriguez, M.T. Estañ e E. Moyano, The effectiveness of grafting to improve salt tolerance in tomato when an ‘excluder’ genotype is used as scion, in Environmental and Experimental Botany, vol. 63, n. 1-3, 2008-05, pp. 392–401, DOI:10.1016/j.envexpbot.2007.12.007. URL consultato il 13 dicembre 2024.
- ^ (EN) Soledad Verdejo-Lucas e F. Javier Sorribas, Resistance response of the tomato rootstock SC 6301 to Meloidogyne javanica in a plastic house, in European Journal of Plant Pathology, vol. 121, n. 1, 2008-05, pp. 103–107, DOI:10.1007/s10658-007-9243-4. URL consultato il 13 dicembre 2024.
- ^ (EN) Stephen R. King, Angela R. Davis e Wenge Liu, Grafting for Disease Resistance (XML), in HortScience, vol. 43, n. 6, 1º ottobre 2008, pp. 1673–1676, DOI:10.21273/HORTSCI.43.6.1673. URL consultato il 13 dicembre 2024.
- ^ Francisco B. Flores, Paloma Sanchez-Bel e María T. Estañ, The effectiveness of grafting to improve tomato fruit quality, in Scientia Horticulturae, vol. 125, n. 3, 2010-06, pp. 211–217, DOI:10.1016/j.scienta.2010.03.026. URL consultato il 13 dicembre 2024.
- ^ a b (EN) Grafting Manual - Vegetable GraftingVegetable Grafting, su vegetablegrafting.org. URL consultato il 13 dicembre 2024.
- ^ Lucas Aparecido Gaion, Leila Trevisan Braz e Rogério Falleiros Carvalho, 2 gennaio 2018, DOI:10.1080/19315260.2017.1357062, https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/19315260.2017.1357062. URL consultato il 13 dicembre 2024.
- ^ Vegetable Grafting Decision Support Tool - University of Florida, Institute of Food and Agricultural Sciences - UF/IFAS, su graftingtool.ifas.ufl.edu. URL consultato il 13 dicembre 2024.
- ^ (EN) Commercial Cucurbit Rootstocks - Vegetable GraftingVegetable Grafting, su vegetablegrafting.org. URL consultato il 13 dicembre 2024.
- ^ (EN) Commercial Solanaceous Rootstocks - Vegetable GraftingVegetable Grafting, su vegetablegrafting.org. URL consultato il 13 dicembre 2024.
- ^ Present state of grafting of Solanaceae vegetables in Japan, in Grafting to improve fruit-vegetable production, Food and Fertilizer Technology Center for the Asian and Pacific Region, 2016-05, DOI:10.56669/tleq9189. URL consultato il 13 dicembre 2024.
- ^ G. Belforte, G. Eula e T. Raparelli, PROTOTIPO INNOVATIVO DI MACCHINA PER L’AUTOMAZIONE DELL’INNESTO ERBACEO DEL POMODORO, ITA, 2014, ISBN 978-88-902096-2-8. URL consultato il 13 dicembre 2024.
- ^ Naoshi Kondo e K. C. Ting, Robotics for Plant Production, Springer Netherlands, 1998, pp. 227–243, ISBN 978-94-010-6120-9. URL consultato il 13 dicembre 2024.
Voci correlate