Albero del Ténéré
L'albero del Ténéré (in francese arbre du Ténéré) era un esemplare di Acacia tortilis subsp. raddiana[1] che si ergeva solitario nel deserto del Ténéré[2] e veniva considerato l'albero più isolato al mondo, dal momento che non ce n'erano altri nel raggio di alcune centinaia di chilometri tutt'intorno. Costituiva un punto di riferimento per le carovane di cammelli che attraversavano questo deserto, nel nordovest del Niger, a tal punto che era l'unico albero a essere segnalato su di una cartina in scala 1:4.000.000. Storia![]() ![]() Si trattava di un albero di piccole dimensioni, alto appena tre metri[3], ultimo sopravvissuto di un gruppo cresciuto quando il deserto era meno arido di oggi. L'albero rimase in piedi, solitario, per molti decenni. Durante l'inverno del 1938-1939, scavando un pozzo in prossimità dell'albero si ebbe modo di scoprire che le radici raggiungevano una falda freatica nel sottosuolo profonda 33-36 metri. Il comandante degli Affaires Militaires Musulmanes, Michel Lesourd del Service central des affaires sahariennes, vide l'albero il 21 maggio 1939:[4] «Bisogna vedere l'albero per convincersi della sua esistenza. Qual è il suo segreto? Come può essere ancora vivo nonostante le moltitudini di cammelli che scalpitano intorno ad esso? Com'è che nel corso dell'azalai non capita mai che un cammello disperso ne mangi le foglie e le spine? Perché i numerosi Tuareg che conducono le carovane del sale non tagliano i suoi rami per farne fuochi per preparare il tè? La sola risposta possibile è che l'albero sia tabù e come tale venga considerato dai carovanieri.» «Vi è una specie di superstizione, un ordine tribale che viene sempre rispettato. Ogni anno l'azalai si raduna intorno all'Albero prima di affrontare la traversata del Ténéré. L'acacia è divenuta un faro vivente; è il primo o l'ultimo punto di riferimento per l'azalai che lascia Agadez diretto a Bilma, o per quello che ne ritorna.» Nel 1973 l'albero venne investito e abbattuto da un camionista libico - a quanto si dice - ubriaco. L'8 novembre 1973 l'albero morto venne trasferito al Museo Nazionale del Niger nella capitale Niamey. Nel luogo ove esso si ergeva è stata in seguito collocata una scultura metallica che simboleggia un albero. Per la verità non si trattava del primo scontro che l'albero subiva a opera di un camion. Nel suo libro L'épopée du Ténéré, l'etnologo e esploratore francese Henri Lhote descrisse i suoi due viaggi fino all'albero del Ténéré. La sua prima visita avvenne nel 1934 in occasione del primo collegamento automobilistico fra Djanet e Agadez. Egli descrive l'albero come «un'acacia con un tronco in stato degenerativo, dall'aspetto malato, malsano. Ciononostante l'albero ha delle belle foglie verdi, ed alcuni fiori gialli». Tornò poi a visitarlo venticinque anni dopo, il 26 novembre 1959, con la missione Berliet-Ténéré, ma lo trovò malamente danneggiato dopo che un veicolo aveva avuto una collisione con esso:[4] «Prima, quest'albero era verde e fiorito; adesso è un albero spinoso incolore e spoglio. Non lo riconosco più. Aveva due tronchi distinti, mentre adesso ce n'è uno solo, con un ceppo mozzato da una parte, tagliato per il lungo più che segato via a un metro dal suolo. Cos'era successo a questo albero sfortunato? Semplicemente, un camion diretto a Bilma vi era finito contro... ma ha abbastanza spazio per evitarlo... l'albero tabù e sacro, che nessun nomade avrebbe osato danneggiare con la propria mano... quest'albero è stato vittima di un meccanico...» Nel 1974 il Niger emise un francobollo da 50 franchi[3] con raffigurato l'albero del Ténéré per commemorarne il primo anniversario dell'abbattimento[5]. Note
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